Cara Blanca vorrei che tu ricordassi sempre questo scritto che celebra il grande dono di Dio che è la tua cittadinanza italiana. Quando sarai triste o tiprenderà lo sconforto leggi lentamente questo scritto! Se tuo papà Humberto ci ha fatto incontrare è vero anche che Santina ti ha in qualche modo permesso di essere italiana! Tanti auguri per il tuo futuro
Santina e don gigi
Per una persona che vive l’immigrazione e che lavora in modo duro ed onesto la parola “permesso di soggiorno” e la parola “cittadinanza italiana” hanno un grande valore, un immenso valore: ricordo le difficoltà e gli ostacoli nell’anno 2008 per il permesso di soggiorno della nostra cara Olinda, che era la badante di mia madre e ricordo la sua gioia nel ricevere l’agognato documento. Non immaginavo di rivivere molti anni dopo la stessa gioia per la notizia della cittadinanza italiana a Blanca.
E’ una domenica mattina di alcune settimane fa e con Emanuele stiamo sorseggiando dopo la Messa delle sette un buon caffè e parliamo di Blanca: “ Don gigi, sono contento che il Signore dopo la cara Olinda ti abbiamo oggi inviato Blanca per accudirti con amore e generoso impegno. Se prima Olinda accudiva prima di tutto la nostra cara Santina e le sue esigenze e poi con fraterno affetto anche te, ora che Santina è in cielo sei solo e io penso che proprio Santina ha mandato una buona signora come Blanca per starti vicino e curare la tua casa. Hai fatto bene ad assumerla; anche io sarei felice di avere una donna come lei di cui ti puoi fidare ciecamente in casa mia!” Bevo un sorso di caffè e rispondo: “Sai Emanuele, Blanca è più di 25 anni che lavora in Italia e dopo tanti ostacoli e difficoltà, sta aspettando il documento di cittadinanza italiana… il percorso è lungo, ed alcune volte si scoraggia, io ho pregato tanto Santina di aiutarla” Emanuele dopo una breve pausa di silenzio mi dice: “Gigi, sono convinto che è tua mamma da cielo ad inviarla a te!”
Giovedì scorso parto per Roma e nel primo pomeriggio Blanca mi chiama: “Ciao don Gigi, oggi è avvenuta una cosa strana che mi preoccupa” Io sto guidando e con il vivavoce rispondo “Dimmi Blanca non tenermi sulle spine” “MI hanno chiamato dalla Prefettura e mi vogliono vedere alle 15,45. Forse ci sarà qualche cosa che non va bene dei miei documenti?” La donna è visibilmente preoccupata e io rispondo “Blanca, tranquilla, ora tu vai in Prefettura e cerca di ascoltare bene bene quello che ti chiedono. Non ti preoccupare, ti sono vicino: vedrai che si risolve tutto!” Riaggancio il cellulare ed inizio a pregare il rosario… il tempo passa. Sono ormai le 3, poi le 3 e 15… finalmente alle 3 e 20 suona il telefono è lei ed il tono della voce è pieno di emozione. “Gigi, mi hanno consegnato i documenti, devo andare ora ad Alzano Lombardo in comune e fissare la data del giuramento sulla Costituzione per ricevere la cittadinanza, Sono così felice! Da tanto tempo e con tanta amarezza apsettavo questo momento ed ora sono così contenta. Senti tu devi assolutamente venire quel giorno, ,i raccomando!” “Blanca che grande gioia!! Sono così contento, avevo pregato la Madonna con il rosario per questo. Senti se ti chiamano per la data non dire la data dal 18 al 28 perché sarò in Messico, poi tutte le altre vanno benissimo, faremo una bella festa!” Chiudo la telefonata e recito un altro rosario per ringraziare la Madonna Calpestata.
Passano i giorni, torno a Bergamo, la sera di domenica rientrando da Cenate Sopra mi fermo a cena ad Alzano da Blanca e ci confermiamo la gioia per la cittadinanza e ipotizziamo alcune date… ma Dio va sempre per la sua strada e sceglie Lui le date delle sue Diosincidencias. Oggi esco di casa, vado da Silvia per alcune pratiche di ufficio e poi mentre rientro il telefono suona è Blanca. “Don Gigi, mi hanno chiamato in comune e sono qui allo sportello la data sarebbe per lunedì 4 dicembre 2023, può andare bene per te?” Mi rendo conto che Blanca non ricordi che cosa significa per me la data 4 dicembre. Rimango muto ed allora la donna mi dice “Mi puoi rispondere? Non siamo a Roma in quei giorni?” “No Blanca, torniamo il 3 dicembre pomeriggio, quella data per me va benissimo! E’ la più bella e significativa data che potevano scegliere…” Lei rimane stupita e si sente che è davanti a qualcuno al quale deve dare una risposta rapida. “Don gigi, perché questa data è significativa?! Posso dire di si?” “Blanca questa data devi scegliere perché proprio in questa data il 4 dicembre 2012 è morta mia mamma e tu sei il più bel regalo che Santina poteva farmi in questa occasione!” Chiudo il telefono e i miei occhi si riempiono di lacrime sento vicina mia madre e lentamente le dico: “Grazie Mamma, tu sai che ora sono rimasto solo, in questi anni ho perso molte cose e persone ed ora vivo anche in una casa nuova e grande. Anche dal Paadiso continui ad essermi vicina ed a proteggermi. Sono fiero di avere una mamma come te… tu tutta la vita hai fatto il lavoro di Blanca: pulito pavimenti e lavato biancheria sporca, mi raccomando proteggila e fai in modo che possiamo andare d’accordo e rispettarci. Come dice Emanuele penso che sei stata proprio tu ad inviarla in mio aiuto. Grazie! Prega per me…” gli occhi sono rossi per un erpes che nei momenti di fatica appare e le lacrime rendono gli occhi ancor più rossi ed infiammati, ma nel cuore un grande ringraziamento a Dio che si prende cura di me
Bergamo, 30 ottobre 2023
4 AGOSTO 2008 IL PERMESSO DI SOGGIORNO DI OLINDA
Riportiamo ora qui la lettera di Santina alla cara Olinda per il Permesso di soggiorno ottenuto il 4 agpstp 2008 dopo tante tribolazioni.
Cara Olinda, ce l’abbiamo fatta finalmente, oggi, 4 Agosto, abbiamo ritirato il documento alla Prefettura!
La tua vicenda è l’emblema della vicenda di decine di migliaia di persone che giungono clandestinamente in Italia e vengono viste come un grave pericolo. Portano malattie, sono delinquenti, hanno una cultura ed una religione diversa: sono un grave problema per la nostra società! Si devono mettere al bando, si devono espellere dal Paese. A loro si deve dare la caccia con molta cura e li si deve punire! Punire di cosa? E perché? Frasi fatte, luoghi comuni, molta paura, frange di delinquenza appannano la reale vicenda di queste persone. Per capire loro dobbiamo prima capire noi e la nostra società italiana. Lo sforzo grande è quello di capire dove noi viviamo. Una società che si dice buona, o si crede buona, e che invece sta andando alla rovina. La nostra gente non ama più alcuni lavori, non ama il lavoro duro e pesante. In grande parte gli italiani sono fatti per stare dietro ad una comoda scrivania, guadagnare 2000 Euro al mese, in uffici con aria condizionata e soprattutto fare un lavoro, svolgere una professione, in cui si fatichi il meno possibile!
Non è un caso che l’attuale governo si sia accorto di una massa enorme di fannulloni che vanno puniti. Ed i fannulloni siamo noi, che disdegniamo i lavori umili e pesanti. Cameriere, manovali, lavapiatti, uomini delle pulizie e …badanti non sono lavori degni degli italiani. Molti cittadini si lamentano perché mancano posti di lavoro. Non è vero mancano i posti di lavoro che l’italiano desidera e che rispondono ai requisiti sopra descritti: lavori comodi, redditizi e in cui si faccia molto poco. Una volta un lavoro del genere era molto vicino all’arte del rubare. Oggi invece, cara Olinda, più furbi, noi abbiamo paura di rubare non perché sia un male morale, ma solamente per il rischio di finire in prigione, ed allora camuffiamo il rubare con l’arte del non far nulla.
Ma alcuni lavori li dobbiamo delegare a qualcuno, ed allora chi scegliamo? Gli extracomunitari che non hanno diritti, che vengono – secondo noi – da una cultura inferiore alla nostra, che si accontentano. E così mentre diamo la caccia agli extracomunitari, dall’altra parte li cerchiamo spasmodicamente, perché senza di loro non possiamo letteralmente vivere, non possiamo compiere quello che loro compiono!
Cara Olinda è avvenuto così per me, per la tua Santina, la tua nuova mamma che hai accudito con amore per due anni. E’ una vecchia che parla e quindi tu perdonerai se nel mio scritto vi è qualche errore o dimenticanza. Olinda, tu sai bene che ho perso la voce e che la mia parola oggi è il silenzio. Sei vissuta con me per due anni ed ora ti accingi a partire per il Perù. E’ giunto il momento di parlare e di dirti che sono fiera di te!
Dopo una lunga malattia ed una strenua lotta tra la vita e la morte, dopo ben nove mesi di ospedale, sono tornata a casa con un corpo ferito profondamente ed in modo permanente. Sono una disabile, sono una donna di 83 anni che da sola non può mangiare, non può camminare, non può parlare, non può cambiarsi e non può lavarsi… ecco quanto resta di me al termine della mia vita. La mia esistenza cara Olinda è stata simile alla tua, molto dura e piena di sofferenza e fatica, ma è sempre stata illuminata da una granitica fede in Dio. Ed ora prima che sali sull’aereo è il mio cuore trafitto a parlarti.
Ti dirò alcune cose che non hanno un valore sociale, non hanno un valore politico, ti parlo solo con la forza della mia fede e della mia preghiera che illumina e rende bella e piena di speranza questa mia fragile vita. Olinda, tu sei tra i frutti più belli della mia malattia e di questo ringrazio Dio! Se io fossi morta, tu probabilmente ora non avresti il tuo permesso di soggiorno, la mia vita fragile ti regala la sicurezza di un lavoro sicuro in Europa, non è meraviglioso questo? La tua forza dipende dalla mia debolezza, questo è molto cristiano ed è molto bello! Tu avrai presto un permesso di soggiorno… te lo sei meritato con la tua onestà!
Ma riflettiamo un momento sulla nostra vicenda, cara Olinda. E’ la vicenda di Santina e di Olinda. Ma lo sai una cosa? Nella mia vita io non ho mai vissuto con nessuno 24 ore su 24, come ho vissuto con te.
Avevo due genitori, Alessandra e Clemente, ma sono uscita dalla mia cascina molto presto e non ho trascorso con loro due anni notte e giorno come sto con te. Avevo un marito, Egidio, che ho perso da molto giovane, non ho trascorso con lui due anni notte e giorno come sto con te. Ho un figlio maschio don Gigi che è uscito di casa quando aveva undici anni per entrare in seminario, e non ho mai vissuto due anni notte e giorno come sto con te. Ho una figlia di nome Maria Carolina, che ha vissuto con me per molto tempo, anni fa si è sposata e non ho mai vissuto con lei notte e giorno come con te.
Questi sono legami di sangue e di famiglia eppure… E tu cara Olinda?
Avevi due genitori, Juana e Feliberto, ai quali eri tanto affezionata, ma non hai mai trascorso due anni notte e giorno come con me. Hai un marito, Ernan, che amavi e che ti ha tradito dopo vent’anni, ma non hai trascorso due anni notte e giorno come con me. Hai un figlio maschio Josmell – che si è tagliato un dito quando era piccolo ed ha sofferto tanto – e che oggi studia a Cuba ed è un ottimo calciatore, ma non hai mai trascorso con lui notte e giorno due anni come stai con me. Hai una bellissima figlia di vent’anni e che si chiama Cynthia e studia odontoiatria in Bolivia e danza molto bene, ma non hai mai trascorso due anni notte e giorno come con me. Hai un bellissimo bambino di otto anni che si chiama Josfrann, studia alla scuola dei francescani in Perù e ti ama tanto, ma tu non hai mai trascorso due anni come con me!
Olinda la litania del non hai mai trascorso due anni come con me finisce qui!
Noi non ci siamo scelte, non vi è un legame di sangue tra noi, ma in questi due anni abbiamo vissuto un’esperienza meravigliosa: quante volte mi hai cambiato? Quante volte mi hai dato da bere? Quante volte mi hai dato da mangiare? Quante volte mi hai alzato dal letto? Quante pastiglie mi hai dato? Nel vangelo c’è scritto che chi fa una di queste cose ad un fratello più piccolo lo ha fatto a Gesù! Olinda in questi due anni ti sei guadagnata la stima di Gesù per questo, ti sei guadagnata il mio affetto e quello dei miei figli, hai guadagnato la tua vita. Hai fatto delle cose molto belle con il tuo guadagno: hai sanato i tuoi debiti, hai mantenuto ed aiutato nello studio i tuoi figli, senza dimenticarti anche dei tuoi otto fratelli che qui voglio ricordare Alcides, Nora, Adolfo, Blanca, Videz, Iginio, Arminda, Luzdelia, e sei riuscita anche a risparmiare qualche soldo. Questo ti fa onore.
La nostra vita in comune è stata quella che il vangelo chiede ad ogni persona: la mia fragilità è stata aiutata dalla tua fragilità… E’ sì è proprio vero. Nel mio Paese, in Italia non ho trovato aiuto… la mia forza è in Olinda una donna peruviana che viene dal piccolo villaggio di Conima, dove non vi è ancora acqua nelle case, non vi sono servizi igienici, non vi è elettricità. Dio ha scelto per mia compagna in questi ultimi anni della vita una donna così!
Quanto è grande Dio, quanto è Potente la sua Onnipotenza è tanto lontana dalla potenza del mondo. Sceglie ciò che è ultimo, umile e semplice per confondere i forti. E’ proprio vero, cara Olinda con la tua povertà e la tua onestà tu confondi la forza e la potenza dei ricchi.
Giungere in Italia, dopo la morte improvvisa di tua mamma Juana, che amavi con tutto il tuo cuore, non è stato semplice! Il ricordo di tua madre ti sosteneva nell’animo, ed io penso che sia la tua mamma Juana che ti abbia guidato fino a me. Lei ha sempre vegliato su di te… Ora so che a Conima tu sei emozionata nel ritornare alla tomba della tua mamma e del tuo papà. Tu hai per loro un nostro regalo è una croce smaltata di colore rosso ed un croce smaltata di colore blu ed una piccola lettera, quando sarai al cimitero deponi questi piccoli segni vicino al sepolcro: è il grazie mio e della mia famiglia ai tuoi genitori.
disegno mammaAtterrata a Milano Malpensa con un ascesso in bocca per una cattiva estrazione dentaria è iniziato il tuo calvario: da sola, senza conoscere la lingua, accolta in un ambiente promiscuo da una boliviana di nome Gloria e da un vecchio pakistano hai cominciato a piangere lacrime nascoste. Fuggita da questa brutta situazione hai sopportato l’umiliazione di lunghe file per ricevere un pasto alla mensa della Caritas gestita dai padri cappuccini di Bergamo, la terribile giornata alla stazione di Brescia, aiutata solo da Testimoni di Geova, lasciata sola… l’arrivo di Dolores che ti dona 50 Euro, il viaggio a Trento per un lavoro di alcune settimane da un medico e poi ad Antegnate in provincia di Cremona per un anno e… finalmente il tuo arrivo in casa mia.
Ricordo il tuo saluto “Ma che bel sorriso Principessa!” E’ vero, penso che il mio implacabile sorriso ti abbia aiutato tanto nei primi mesi. Io e te abbiamo cominciato a conoscerci, tu me ed io te! Siamo diventate amiche, abbiamo imparato a decifrare il codice di piccoli gesti come un sorriso o la smorfia della bocca, un colpo di tosse…Ci siamo raccontate la vita. Hai cominciato a guadagnare, sono arrivate le due borse di studio mensili per i tuoi figli. Hai cominciato a sorridere.
Mi sono presa cura della tua salute facendoti sottoporre a periodici esami medici affinché la tua salute fosse sicura e salvaguardata. Attraverso internet hai cominciato a comunicare da casa con i tuoi figli. Cynthia e Josmell hanno iniziato a scrivere a don Gigi mensilmente della loro scuola, delle loro occupazioni. Il piccolo Josfrann nella scuola dei francescani è stato raccomandato alla cura del rettore P. Dante. Con quei padri francescani, mio figlio ha cominciato a tessere rapporti amicali. Ed anche il Nunzio Apostolico di Cuba che abbiamo contattato per meglio seguire Josmell ti ha dato sicurezza. Poi abbiamo cominciato a sentire per telefono la tua sorella Luzdelia, a fare a lei dei piccoli regali per farla sentire con qualcuno vicino… e non ti preoccupare, anche adesso che parti per il Perù, don Gigi non la lascerà sola, ma la chiamerà frequentemente e lei si sentirà sicura con lui vicino, vedrai! Abbiamo scritto anche a Nora, la tua sorella più grande, se non sbaglio è la seconda, non è vero? Tutte queste iniziative ti davano maggior sicurezza e la speranza tornava a fiorire nei tuoi occhi. Alcuni regali per il compleanno, in occasione del Natale o di qualche viaggio, ti hanno fatto sentire amata e voluta bene da tutti noi.
Io ti guardavo in questi due anni e mi chiedevo nel cuore, come farà questa donna a rimanere con me tutto il giorno: non ha uomini, non ha amiche e non conosce nessuno. Sei stata brava Olinda ed hai insegnato ai miei figli ed al mio don Gigi l’arte dell’umiltà, del fare le cose piccole, del cambiarmi, del pulire il vomito, del trasformare ogni vicenda delle vita in opportunità di crescita. Olinda tu sei uno dei tanti fiori sbocciati dalla mia malattia, grazie a questa sofferenza – che proprio non ho cercato – una famiglia del sud America ad iniziato ad avere una vita più dignitosa: dei ragazzi stanno studiano per un futuro migliore e sicuro… La preghiera con don Gigi ha caratterizzato le nostre giornate. Ogni giorno hai pregato con me alcune volte: le preghiere del mattino, la messa, le preghiere della sera. Scommetto che non eri mai andata in chiesa tanto come sei andata in questi due anni. Vero? Hai imparato l’italiano rispondendo alla messa ed alla preghiere dette con il mio don Gigi. Ora Olinda, tu leggi queste mie righe mentre sei in aereo. E quindi voglio darti anche qualche consiglio. Ogni giorno non dimenticare le preghiere della mattina e della sera, hai capito? E la messa domenicale? Hai capito!
Che strana coincidenza, hai imparato ad esprimerti correttamente in italiano, a farti intendere dagli altri, parlando la lingua di Dio, delle preghiere. Se vuoi veramente giungere al cuore degli altri devi sempre parlare la lingua di Dio, hai capito? Sì, è proprio vero, mi hai donato tanto e con l’aiuto di Carolina hai fatto un ottimo lavoro. Se don Gigi ti ha insegnato a pregare, Carolina ti ha insegnato il gusto per il lavoro serio e metodico, fatto bene e con gran precisione… Brava Olinda! Ma se è vero che io e te abbiamo vissuto momenti bellissimi, i più bei momenti di questi due anni li abbiamo vissuti con don Gigi che abita con me. Quante persone e quanti viaggi abbiamo fatto insieme? Ti ricordi?
Cara Olinda il giorno più bello di questi anni di permanenza in Italia è stato sicuramente l’incontro con il Santo Padre, ricordo ancora la tua emozione era il 6 Dicembre 2006, ti ricordi? Hai ancora una corona del rosario che lui ti ha regalato, bianca come la mia. Ma poi hai avuto modo di incontrare tante personalità civili e religiose: primari di ospedale che la gente difficilmente può contattare come Ferrazzi o Lorini hanno fatto i complimenti per te, giornalisti come la Rula Jebreal, il Prefetto di Bergamo, il Primario della clinica Habilita, professionisti come Alessandra e Fulvio Mazza, per giungere a cardinali e vescovi come il Card. Bertone Segretario di Stato, il Cardinale Dziwcz di Cracovia, il Vescovo di Bergamo Mons. Amadei, il Nunzio Apostolico a Cuba, Mons. Bonazzi, ed il tuo preferito Vescovo Mons. Mazza! Quante personalità hai incontrato e da tutte hai ricevuto complimenti ed incoraggiamento.
Olinda, ed i nostri viaggi? Come potrai dimenticare tutti i chilometri fatti per visitare un numero impressionante di città con me e don Gigi. A parte Gerusalemme e Betlemme – che non hai potuto visitare – con me sei stata a Roma, Marina di Massa, Loreto, Venezia, al Lago di Iseo, Como, Pisa, Nizza, Nimes, Tolosa, Carcassonne, Lourdes, Vienna, Cracovia, Wadovice, Cestokova, Kalvaria, Bratislava, Glaghenfurt, hai visitato Italia, Francia, Austria, Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia, bellissimi alberghi ti hanno ospitato. Tutto per ricaricare le tue forze e riprendere il lavoro quotidiano nella nostra bella mansarda di Città alta.
Sono stati due anni pieni di bellissime e serene giornate che Dio ha regalato alla mia devastata vita dalla sofferenza. Non dimenticarle mai., hai capito?
Ora ti trovi su di un aereo che vola lontano dall’Italia e ti riporta in Patria. So che ritornerai, ma non dimenticare mai in questo mese il mio volto, non dimenticare mai il bene che hai fatto, ma anche le cose che hai imparato in Italia, a Bergamo, nella mia casa…
Trova del tempo per riflettere e ringrazia Dio per quanto sei riuscita a dare ed a fare. Cara Olinda, noi qui in Italia ti abbiamo voluto bene, e ti vogliamo tanto bene. Auguriamo alla tua vita un futuro pieno di serenità e di pace, ricco di tante cose belle.
Io non so quanto tempo il Signore ancora mi darà da vivere, l’impressione è che non abbia ancora moltissimo tempo, ma sono orgogliosa di chiudere la mia vita terrena facendo forse le cose più belle della mia vita. Sono contenta di averti ospitato in casa mia, sono felice che questi anni della mia vecchiaia siano divenuti fecondi di bene. Olinda, quante ore ti ho guardato, avvolta nel mio silenzio, quante volte ti ho dato una carezza o ti ho stretto la mano forte al ritorno della tua pausa di libertà del sabato pomeriggio, quante volte la mia straziata voce ha gridato Olinda! Mi mancherai tanto in questo mese, tu non sarai con me e io non sarò in casa mia. Inizia un nuovo periodo per me di novità, magari di sofferenza, il desiderio della mia piccola casa di città alta, il desiderio di quiete dopo duri e lunghi esercizi in palestra. Nasconderò questa sofferenza nel profondo del mio cuore e la offrirò a Dio per il mio Don Gigi perché sia sempre un santo sacerdote, per la mia amata ed adorata figlia Carolina e per la mia figlia adottiva Olinda. Mi mancherà molto anche la preghiera del mattino e della sera con don Gigi attraverso il computer, mi mancherà la suor Alfonsa che mi porta la comunione ogni mattina, mi mancherà soprattutto la messa di ogni giorno. Non fa nulla sono pronta a questo, ho passato cose ben più pesanti di una vacanza di un mese ad una clinica di riabilitazione, nel mio cuore il mio Gesù mi farà continuamente compagnia e attenderò così il termine di questo lungo mese per tornare felice con te nella mia casetta in via Arena… Olinda torna presto, mi manchi tanto e ti voglio bene. E ricorda che una vecchietta dall’Italia ogni giorno della tua assenza pregherà per te e per la tua famiglia, comportati bene in Perù e racconta a tutti il bene che noi ti vogliamo. Ti mando un grosso bacio e ti attendo presto, e se puoi ogni tanto chiamami al telefono mi darai una grandissima gioia, ciao mio tesoro, ti abbraccio forte.
LA TUA MAMMA SANTINA