Interventi

KENYA COSTRUZIONE DI UN POLLAIO IN UN ORFANOTROFIO POVERO


I BIMBI DI BERGAMO SALVANO UN ORFANOTROFIO AFRICANO, 1000 POLLI IN DONO PER IL POLLAIO DELLA SALVEZZA
di Franca Giasoldati Il Messaggero 28 marzo 2023
Quando mille polli fanno la felicità e la vita è un intrecciarsi curioso di destini: stavolta il filo invisibile è riuscito ad allacciare dei vispi ragazzini di Bergamo, cresciuti tra playstation e vitamine, ai coetanei di un misero orfanotrofio del Kenya, sulla costa dell’Oceano indiano, nella zona di Chembe dove a portata di mano non ci sono mai tanti mezzi, e si va tutti scalzi sulla terra rossa. La direttrice di quella struttura tempo fa si era confidata con un prete bergamasco, don Gigi Ginami, parlandogli delle difficoltà esistenti a far quadrare il cerchio ogni mese. I sussidi del governo sono  insufficienti e per quei 24 ragazzini che vanno dai 4 ai 17 anni significa spesso non poter avere nemmeno cibi buoni e abbondanti sulla tavola. La storia del Joyous Children Home ha fatto breccia nel cuore dei bambini italiani che attraverso un rapidissimo tam tam tra le parrocchie bergamasche, rompendo salvadanai a forma di porcellini e dando fondo ai propri risparmi accumulati con le paghette settimanali, hanno raccolto in poco tempo 4200 euro. L’Adasm (Associazione degli asili e scuole materne) ha aiutato poi a raggiungere la somma che serviva per costruire a Chembo un rudimentale allevamento di polli  da realizzare sul terreno agricolo dell’orfanotrofio.

Detto fatto: don Gigi che è uno molto pratico, si è messo il suo zaino sulle spalle, si è comprato un biglietto aereo per Mombasa facendo tre scali per spendere il meno possibile e da Chembe ha coordinato i lavori in loco, dando vita al sogno de pollaio. Praticamente la salvezza. Sì perchè il mini allevamento di 1000 polli è ora in grado di fornire uova, carne e pulcini da allevare grazie ad una incubatrice. «Il pollaio si sviluppa in 168 metri quadrati e si compone di due parti, una recintata da una rete metallica e una coperta in muratura per il ricovero notturno dei polli» racconta al Messaggero don Gigi, 60 anni, un passato di monsignore in Segreteria di Stato e poi tornato a Bergamo, la sua diocesi di origine, per far decollare mini progetti umanitari in giro per il mondo.

«Ogni pulcino viene venduto a 200 scellini. MI sono detto: se ne vendiamo 1000 al mese otteniamo 200 mila scellini e con quella somma in Kenia si riesce a dare da mangiare ai bambini. Uno scellino da quelle parti equivale a 1 euro e mezzo. Praticamente un bambino costa all’orfanotrofio più o meno 61 euro al mese» spiega, sottolineando il mondo capovolto che l’Operazione Polli è andata a scoperchiare ancora una volta. Da una parte chi ha tanto e dall’altra chi non ha nulla e nel mezzo il bisogno di creare delle reti umane capaci di solidarietà. «Stavolta sono stati i polli, ma potrebbero esserci mille e mille altri progetti. Noi confondiamo il superfluo con l’essenziale mentre qui la parola essenziale recupera il suo valore». Ogni fase della costruzione del pollaio – mattoni forati, cemento e lamiera per fare il tetto – è stata ripresa con il telefonino, così come l’arrivo della incubatrice (che ha assorbito gran parte del denaro). Ne è uscito un filmato divertentissimo mandato in pillole su TikTok sotto il nome di Fondazione Santina, una specie di marchio che campeggia rosso e bianco sull’ingresso del pollaio. «Benvenute nella nuova casa galline, fate tanti pulcini». Don Gigi non è nuovo a avventure del genere: da anni gira negli angoli del mondo più disastrati, individuando situazioni estreme di necessità da trasformare in un pronto intervento umanitario grazie a cifre che non superano i 10 mila euro. Visto che non sempre è facile trovare donatori si è inventato un modo per raccogliere denaro andando di parrocchia in parrocchia, tra la gente, bussando qui e là e offrendo in cambio le sue storie missionarie narrate nei libretti Volti di Speranza che ormai sono una collana. Ogni copia viene venduta a 5 euro. Spesso per don Gigi sono state avventure rischiosissime e azzardate, come quando si è avventurato da solo nella parte amazzonica peruviana per salvare le ragazzine andine poverissime dalla schiavitù sessuale. Portate via con l’inganno, sotto la promessa di un lavoro in città, molte muoiono senza che nessuno sappia nulla; la maggior parte di loro vive in schiavitù ma nessuno le va a cercare in quella regione fuori controllo dove vige la legge del più forte.

KENYA, DOVE ANCHE UN SEMPLICE POLLAIO PUO’ CAMBIARE LA VITA DEI PIU’ PICCOLI (L’ECO DI BERGAMO 5 APRILE 2023 PAGINA 21)
Solidarietà. Inaugurato a Msabaha grazie alla collaborazione tra Adasm-Fism e la Fondazione «Amici di Santina»

Ha preso vita il primo progetto per l’anno 2023 della Fondazione Amici di Santina: la realizzazione di un pollaio nell’orfanatrofio Chembe Jouyous Children’s House nellevicinanze di Msabaha, in Kenya. Il progetto, che ha richiesto
un esborso totale di 4.200 euro, è molto semplice prevede la costruzione di un pollaio e la fornitura di un’incubatrice che permetteranno ai responsabili dell’orfanatrofio di allevare polli ed avere uova che potranno essere vendute o utilizzate per l’alimentazione dei bambini. Un piccolo gesto in una terra dove tutto è necessario ci ricorda come siano le cose più semplici ad avere un valore immenso. Per trasmettere questo messaggio ai bimbi bergamaschi, in occasione della Quaresima, l’Associazione degli Asili e delle Scuole Materne Adasm-Fism, ha deciso di rinnovare la propria collaborazione con la Fondazione Onlus «Amici di Santina» e contribuire alla realizzazione dell’opera. La fondazione è stata creata nel 2013 dal sacerdote bergamasco don Luigi Ginami in ricordo della madre, Santina Zucchinali. Dalla sua istituzione ha realizzato svariati progetti di solidarietà, quali ad esempio la costruzione di scuole, pozzi o cisterne di acqua potabile, nelle zone più povere del mondo. L’inaugurazione del pollaio ha visto protagonisti i 24 bambini della scuola che con canti e balli hanno mostrato il loro ringraziamento per l’opera realizzata che, come afferma Joyce, la direttrice
dell’orfanatrofio, «sarà in grado di cambiare la loro vita ». Il progetto si prospetta di riuscire ad allevare mensilmente nei 168 metri quadrati a disposizione 1500 polli, di questi mille saranno venduti e i restanti 500 mantenuti all’interno della struttura. ‘«Vendendo 1000 polli al mese guadagneremmo 1473 euro che, diviso per un totale di 24 bambini, ci permette di ottenere circa 61 euro a bambino al mese, esattamente il costo della spesa per vitto alloggio mensili nella struttura» conclude Joyce. Maria Chiara Sertori

Il Progetto è molto semplice, ma molto utile, in una terra dove tutto è necessario :la costruzione di un pollaio e la fornitura di una  incubatrice, in un poverissimo orfanotrofio nelle vicinanze di Msabaha, che permetterà di allevare polli, avere uova che potranno essere o vendute o utilizzate per l’alimentazione dei piccoli.

Può sembrare un’opera quasi “ridicola” ma nell’estrema povertà di questa terra, acquista un valore immenso. Alleghiamo la lettera di richiesta di aiuto, per l’importo di euro 4.200,00, da parte del Direttore dell’Orfanatrofio, un’organizzazione no profit che si occupa di sostenere i bimbi più disagiati della comunità.

Nel recente viaggio di solidarietà in Kenya abbiamo conosciuto un orfanotrofio povero chiamato CHEMBE JOUYOUS CHILDREN’S HOUSE. La direttrice ci ha chiesto di realizzare un pollaio per la produzione di uova e polli per i bambini. Il piccolo progetto ha ricevuto una grande accoglienza dal Presdidente dell’A.D.A.S.M. di Bergamo Gianbattista Sertori e siamo lieti di annunciare che il pollaio avrà una dedica proprio all’A.D.A.S.M. di Bergamo che di cuore ringraziamo!. Ecco la lettera della Direttrice

Ed ecco il progetto elementare ma bellissimo del pollaio, scritto con semplicità su un pezzo di carta dal nostro JImmy

Dopo aver valutato la bontà del progetto in data  24 gennaio 2023 il nostro Tesoriere Luigi Pacini ha inviato Euro 4200 per finanziare l’opera, ecco la causale dell’invio bancario:

L’inaugurazione del pollaio è prevista per Giovedì 2 marzo 2023. Al ritorno dal viaggio come sempre sarà nostra cura riportare qui tutte le ricevute del materiale usato. Nel frattempo pubblichiamo la ricevuta dei soldi ricevuta dall’Orfanotrofio.

Ecco l’intervento del Dottor Sertori a Roma, in occasione del decimo anniversario della morte di Santina.

IN COMPLEMENTO CON QUANTO DETTO DEL PROGETTO CI SEMBRA BELLO METTERE QUI DI SEGUITO LA STORIA DI UNA PICCOLA BIMBA DI NOME SANTINA, NATA A GARISSA LO SCORSO 3 MAGGIO 2022.

A GARISSA LA QUARTA SANTINA
Le ore più liete di questo viaggio sono quelle che ho passato con le due Santine africane, quella che tutti conoscete che vive nell’orfanotrofio di Mambrui e che il prossimo 27 ottobre compirà 6 anni, e quella di Garissa, che ho potuto battezzare il 5 ottobre scorso. Eh sì: questa è la grande sorpresa di questo viaggio. Non so più in quale villaggio mi trovassi nei primi giorni della mia permanenza, quando suona il cellulare: è sister Josephine da Garissa. “Ciao, don Gigi, ti voglio dire la sorpresa che ho preparato per te! Lo scorso 3 maggio 2022, mentre tu eri in Vietnam, qui a Garissa è nata una bambina e mercoledì prossimo, 5 ottobre, riceverà il battesimo. Vuoi sapere come si chiama? Santinaaaaa!”. Io scoppio in una risata felice. Ma davvero? “Sì, padre, e mercoledì mattina alle ore 7,30 riceverà il battesimo insieme con altri 15 bambini. Ti farebbe piacere essere tu ad amministrare il battesimo a tutti?”. Mi commuovo – e poi rispondo: “Che bella sorpresa, sister, davvero, che bella cosa che una bimba sia chiamata Santina come mia mamma! Ma sono così felice di poter fare anche i battesimi, in questo viaggio: questa volta, tra celebrazioni eucaristiche, confessioni e battesimi davvero mi sento felice. Qui a Msabaha avevo già battezzato Santina e i suoi due fratellini, ora per me è una grande gioia battezzare una Santina anche a Garissa!”. “Bene, padre, allora quando arrivi martedì sera devi imparare il rito in lingua swahili: non è semplicissimo, ma ce la farai sicuramente”. Scoppia a ridere e io rispondo: “Certo, mia madre in paradiso se la riderà con tutte queste Santine in giro per il mondo, non penso che avrebbe mai potuto immaginare che così tante bimbe si sarebbero chiamate come lei!”. Suor Josephine continua: “Ho provato a fare i conti: con questa siamo arrivati a quattro, vero? La prima è nata a Msabaha, in Kenya, e la sua mamma è morta di Aids; la seconda è nata in un carcere messicano perché entrambi i genitori sono in carcere; la terza Santina è nata a Saigon in Vietnam, e la sua mamma è sieropositiva. Questa quarta Santina è un po’ più fortunata delle altre tre, anche se qui a Garissa vive nella miseria più nera! Quando vieni andiamo a conoscere la famiglia”. “Ci conto molto, suora! Ci vediamo martedì – sono felice della bella sorpresa”. Alla fine della telefonata, Jimmy curiosissimo e felicissimo, mi chiede tutti i dettagli del nostro colloquio… sono davvero felice: anche questo mi sembra un piccolo piccolo piccolo desiderio del cuore che Dio sa realizzare, una implicita conferma che siamo sulla strada giusta e che il nome di Santina continua a operare il bene.

Questa permanenza in Africa mi strega con queste potenti sorprese, con le persone che incontro, le loro vite, con il meraviglioso panorama che distende il cuore e porta pace. Questa mattina all’alba mi sono buttato nelle onde dell’Oceano indiano, il sole stava sorgendo, poi nubi improvvise portano un acquazzone equatoriale, mai nuotato con una così grande quantità di acqua che per almeno dieci minuti si è riversata dal cielo. Alla fine di questa pioggia torrenziale mi trovo il corpo cosparso di alghe, l’acqua salata dell’oceano entra nelle narici decongestionando il cavo nasale. Esco dal salutare bagno con addosso sabbia e alghe, ma anche ritemprato dalla nuotata nelle acque dell’oceano. Mentre vivo queste meravigliose e tonificanti esperienze, prego recitando alcune frasi dei salmi e in particolare la frase che guida questo viaggio: “Lui esaudisce i desideri del cuore!”. Ma, dopo questa digressione, torniamo alla nostra piccola quarta Santina: scrivo sotto una palma da cocco in mezzo al verde di una incantevole natura mentre grossi formiconi mi salgono dai piedi alle ginocchia.

Santina Akinnyi è nata il 3 maggio 2022 a Garissa. Già questa data mi impressiona molto, la mia quarta piccolina nasce esattamente un anno dopo la mia uscita dal Vaticano, il 3 maggio 2021: quella data non la dimenticherò mai e poi mai perché è la data di una ri-nascita a una nuova vita! Vania Deluca mi dice che sono maniaco delle coincidenze, non so se sia così ma che la nuova Santina sia nata proprio nell’anniversario della mia uscita dalla Segreteria di Stato, che proprio in quella data una vita nuova nasca con il nome di mia madre… bè, a me questo fa tanto piacere, mi scalda il cuore, mi dà coraggio, mi sprona a fare meglio. Poi: Santina nasce a Garissa, in un luogo in cui mostrare la fede significa essere in pericolo – e lei nasce proprio lì! Anche questo per me è molto significativo, la piccola vita mi chiede una profonda fede in Dio, fede che mia madre aveva in abbondanza e che vorrei avere anche io … io, il 3 maggio 2021 ero a festeggiare il mio primo anno fuori da Roma sulle montagne sperdute del Vietnam a Khe Nhao: se vi ricordate, con Men abbiamo inaugurato un impianto elettrico nella povertà delle risaie, vicino al confine con la Cina. Sono felice di battezzare questa bimba: è la terza che battezzo, avevo battezzato Santina a Msabaha, poi Santina nel carcere di Acapulco, ed ora potrò battezzare questa piccolina nella cattedrale di Garissa! Alla piccola Santina vietnamita di Saigon ci aveva pensato padre Giovanni.

Sono emozionato: al mio arrivo a Garissa, subito dopo il pranzo, nel primo pomeriggio andiamo a trovarla insieme a Sister Josephine e Jimmy… dopo circa 20 minuti di macchina arriviamo alla povera casa. Una signora alta ci viene incontro cordiale; ma quasi non la vedo, rapito da una meravigliosa piccolina che tiene in braccio. La donna se ne rende conto e, prima ancora di salutarmi, mi porge la piccolina. La guardo con intensità: è bellissima! Le manine e i piedini dolcissimi, e poi il volto di un angelo: il visino è sveglio, due bellissimi occhioni scuri, due grandi labbra e poi i capelli che la madre cura ancora prima del tempo… si muove, mi guarda, mi fissa, mi tocca con le manine, rideeee! – e io mi commuovo e la riempio di baci, come facevo con la mia Santina vecchia, malata, disabile, sdentata! Chiamare quella bimba Santina mi tocca il cuore, riempirla di baci mi riempie il cuore, darle una carezza, prendere un piedino, stringere la manina, osservarla nel suo esplodere di vita, nel suo perdere la saliva… un incontro paradisiaco. Se ne accorgono tutti, Jimmy, sister Josephine e la mamma Scolastica. Entriamo in casa, ci sediamo. La piccolina cerca la sua mamma con lo sguardo, tende le piccole braccia verso di lei e così restituisco il prezioso “pacchetto” alla legittima proprietaria. La bimba ha fame, la mamma le offre il seno e la piccolina beata ciuccia il suo latte. Sono felice di conoscere Scolastica, la mamma, che su invito di sister Josephine ha imposto il nome di Santina alla sua ultima piccola nata. Mentre la bambina mangia, interrogo la madre e sister Josephine inizia a tradurre per noi. “Scolastica, sono così felice ed emozionato che tu abbia dato il nome di Santina alla tua piccola che è nata qui, a Garissa, dove 148 ragazzi sono morti nel campus universitario il 2 aprile 2015 per il solo fatto di essere cristiani! Questa bimba nasce in un ambiente dove si deve essere coraggiosi per essere cristiani, perché si rischia la vita! Sono sicuro che mia madre Santina, che aveva una grande fede, la proteggerà! Poi, sono contento ed onorato di battezzarla domani con altri 15 bambini. Grazie di cuore, Scolastica. Ora, però, vorrei sapere un po’ di te e della tua famiglia: ti va di raccontarmi qualcosa?”. La donna offre alla piccola Santina l’altro seno e mi risponde: “Grazie a te, padre, di essere qui con me e grazie per il bene che stai facendo nel mondo. Suor Josephine mi ha raccontato tutto di Fondazione Santina e sono ben felice che oggi in Africa ci siano due bimbe che portano il nome della tua santa madre. Io, padre, ho quarant’anni e sono sposata con Felix che ne ha 10 in più di me. Abbiamo sei figli: la più grande si chiama Giacinta e ha 20 anni: fa le pulizie nella casa delle suore: è per questo che sister Josephine a pensato di chiamare mia figlia Santina. Giacinta, lavorando da loro, ha creato con loro un buon rapporto e così mi hanno chiesto se potevo mettere il nome di tua mamma alla mia bambina. Dopo Giacinta viene Lucia che ha 18 anni, poi Austin di 16, Oscar di 9, Ruben con 2 anni e mezzo ed infine la tua piccola bimba, che ha solo cinque mesi. Vedi, padre, i nostri figli vanno quasi tutti a scuola; io svolgo lavori occasionali come lavare biancheria, spazzare le case di somali musulmani, ogni piccolo lavoro che si presenta lo faccio, a volte anche lavare le latrine”. “E tuo marito?”, chiedo. “Felix è un muratore ma anche lui lavora occasionalmente… Ogni mese riusciamo a racimolare – mia figlia Giacinta, mio marito Felix e io – circa 10.000 scellini per sei persone!”. Eccomi ancora una volta in giro per il mondo a tradurre in euro questi importi – e cado nello sconforto. Volete sapere? Sono circa di 85 euro al mese, diviso per le sei persone della famiglia sono circa 14 euro al mese a testa e al giorno 50 centesimi! Quando entriamo in un bar e per un euro e cinquanta centesimi ci concediamo un caffè, ci beviamo tre giorni di cibo di questa famiglia che campa con sacchi di riso, fagioli e mais e niente di più! E anche Santina si alimenterà grosso modo così! Queste mie quattro Santina non sono fortunatissime nel mondo: dal Messico al Vietnam sono nate tutte e quattro non in ricchi palazzi ma in situazioni di degrado e miseria, quasi a costituire per me una sorta di profezia: la presenza di Santina è con i più poveri dei poveri!

Si è fatto tardi e dobbiamo andare a Madogo, dove vogliamo visitare dieci bimbe mutilate genitalmente nelle rispettive capanne; sister Josephine mi dice: “Andiamo, Gigi, dobbiamo visitare la casa di dieci bimbe e poi, questa sera dobbiamo fare lezioni di swahili per i tuoi 16 battesimi di domani”. La donna stacca dal seno la piccolina e me la mette tra le braccia: lei mi saluta festosa, mi tocca il naso, la barba… è vispa e sorridente con i suoi bellissimi occhioni pieni della forza della vita! Ciao, piccola Santina, ci vediamo domani e domani diventerai cristiana. Non preoccuparti, Annalisa si prenderà cura di te e dei tuoi fratellini per tre anni in una della adozione a distanza – non vedo l’ora di consegnare ad Annalisa la copia del tuo certificato di battesimo. Scolastica mi prende dolcemente per un braccio e mi dice: “Devi dire grazie ad Annalisa per questo aiuto che darà alla piccola Santina; le devi dire che pregheremo per la sua famiglia e che l’aspettiamo a Garissa!”. Accarezzo Scolastica e le dico: “Scolastica, vi aspetto tutti domani in cattedrale alle 7,30; non preoccuparti, siamo vicini a te e alla tua piccola bimba”. Beviamo un po’ di coca cola e mangiamo qualche biscotto che avevamo comperato al mercato di Garissa e che avevamo portato in regalo per una piccola festa; poi usciamo dalla casa per iniziare la visita delle bimbe mutilate genitalmente. La sera sono stanco morto, esausto dopo un’ora a provare le parole del rito in swahili che avrei svolto il giorno dopo. Ero emozionato, era la prima volta che battezzavo in swahili… mi sembra che sia andato bene, guardate il video e vedrete diventare cristiana la mia piccola Santina… A Garissa, dove i cristiani muoiono, una cristiana di nome Santina è nata il 5 ottobre 2022 e sono proprio io che l’ho battezzata: perché non sono un assistente sociale che gira per il mondo, sono un prete felice che prima di fare opere di solidarietà battezza, confessa e celebra la Messa… ora perfino in swahili!