Interventi

KENYA – IMPIANTO IRRIGAZIONE CAMPI PRIGIONE DI GARISSA


NELLA PERICOLOSA TERRA DI AL SHABAAB, IL PROGETTO DI UN NUOVO IMPIANTO DI IRRIGAZIONE PER I CAMPI DEL CARCERE DI GARISSA
Nella pagina si illustra il progetto finanziato da Fondazione Santina nella prigione di Garissa ai confini tra Kenya e Somalia. Nel recente viaggio di solidarietà il Direttore del Carcere Maurice ha espresso al Consiglio di Amministrazione di  Fondazione Santina la richiesta del finanziamento di un sistema di irrigazione per i campi della prigione africana. Ecco di cosa si tratta.

NELLA PERICOLOSA TERRA DI AL SHABAAB, IL PROGETTO DI UN NUOVO IMPIANTO DI IRRIGAZIONE PER I CAMPI DEL CARCERE DI GARISSA (DAL LIBRO “ANASTASIA” #VOLTIDISPERANZA N.41 LEGGI IL LIBRO CLICCANDO QUI)
Siamo appena arrivati da Garissa alla missione di Bura Tana. Sono giornate intense che riempiono di infinita stanchezza ma anche di grandi e profonde soddisfazioni, che tonificano il cuore. Sto scrivendo sotto un cielo pieno di stelle, che mi calma con il suo incanto. Il pensiero va a Bergamo e alle serate nella mia casa, da solo. Sento tutto il peso della stanchezza che sbrana il cervello, ho le gambe indolenzite dalle lunghe camminate e una gran voglia di dormire, ma guardo le stelle e una profonda pace mi inebria. Le giornate che trascorro non sono belle giornate, ma buone giornate e le buone giornate riempiono di pace. Steve Jobs diceva: “Non voglio diventare il più ricco del cimitero, ma voglio addormentarmi ogni sera pensando di aver fatto qualche cosa di buono”. E in effetti di cose buone con Jimmy e suor Josephine in questi giorni ne abbiamo fatte tante! Ieri qui a Bura Tana abbiamo visitato Joseph, l’anziano abbandonato che avevamo incontrato a settembre, e gli abbiamo portato del cibo; poi abbiamo incontrato Beatrice, alla quale abbiamo portato il libretto a lei dedicato – il numero 39 della nostra collana #VoltiDiSperanza; poi siamo partiti per Garissa e dopo pranzo siamo andati all’università, dove abbiamo incontrato gli studenti cattolici e ci hanno raccontato che ormai i cristiani nell’università sono più della metà, circa due terzi, ben duemila!

È proprio vero che il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani, e il ricordo del 2 aprile 2015 è ancora forte davanti al memoriale con i 148 nomi, tutti di giovani studenti universitari cristiani massacrati dagli al-Shabaab. Dopo l’incontro con i ragazzi ci spostiamo a Madogo, un villaggio musulmano dove la mutilazione genitale femminile è prassi comune e iniziamo la visita estenuante e meravigliosa alle famiglie delle nostre dieci bimbe che hanno subito questa pratica brutale e umiliante. Ormai mi conoscono, entriamo in casa, chiedo di vedere i quaderni scolastici, chiedo della salute, prendo nota di qualche medicina, parliamo del cibo… poi con whatsapp chiamiamo l’Italia per far incontrare ai benefattori le piccole di cui si sono assunti l’onere della cura, ed è sempre fonte di commozione e di rinnovata fiducia nell’operato dell’Associazione. Il tempo purtroppo è strettissimo e dieci famiglie sono tante: esausti, finiamo le visite quasi alle 9 di sera. Salutiamo Esha, saltiamo sulla jeep e facciamo ritorno a Garissa per la cena e poi sprofondo in un grande sonno, disturbato solo dai 37 gradi della temperatura notturna… Giornate piene di incontri e di vicende che mi segnano profondamente!

Questa mattina, a Garissa, Jimmy e io siamo andati a comperare 160 pezzi di sapone per i nostri detenuti, poi siamo partiti per il carcere dove ci siamo fermati fino alle 4 del pomeriggio. Con Maurice, il direttore abbiamo lavorato sul progetto del nuovo sistema di irrigazione dei campi della fattoria del carcere. Maurice mi accoglie con grande gioia; ci sediamo nel suo studio e cominciamo a lavorare.Il carcere ha una estensione di circa quattro chilometri quadrati di terra e arriva fino al grande fiume Tana, lo stesso che attraversa Garissa. La terra però è tutta bruciata dalla siccità e così i 160 prigionieri zappano polvere. Il direttore mi presenta uno schizzo: “Don Gigi, vedi, questa terra avrebbe bisogno di un nuovo sistema di irrigazione: dalle acque del grande fiume potremmo aspirare acqua con una grande pompa e poi distribuirla con un piccolo sistema di irrigazione… La manodopera non la paghiamo perché il lavoro lo faranno i prigionieri; però, con questo sistema di irrigazione potremo produrre generi alimentari, sia per la prigione che per la vendita!”. “Maurice, l’idea mi piace moltissimo, anche perché il tema dell’acqua sta molto a cuore a Fondazione Santina, come ogni forma di rispetto della tutela  del nostro pianeta, sbranato da abusi che producono effetti drammatici, come questa siccità che tutto brucia…”. L’amico direttore si mette al telefono e inizia a chiedere il costo di una pompa d’acqua, di un generatore di corrente e di grossi tubi per il trasporto dell’acqua. Verso mezzogiorno abbiamo un’idea più precisa dei costi della nostra opera. “Maurice, però vorrei vedere il posto di cui mi parli e dove già oggi i prigionieri lavorano; vorrei scattare alcune foto, fare un piccolo video che metteremo sui social per promuovere l’iniziativa…”. Maurice mi conosce bene e sa che non demordo. “Ok, Gigi, ma per andare là si fa a modo mio: andiamo con la scorta dei militari, lo sai che la nostra terra ha purtroppo anche la brutta fama di nascondere terroristi, pastori somali che possono vedere in voi ambite prede per riscatto… e non vorremmo che succedesse un altro caso alla Silvia Romano a Chakama: ricordi vero?”. “Certo che ricordo, ma stai tranquillo, una cosa è certa: se mi rapissero gli uomini di al-Shabaab, mai e poi mai mi convertirei all’islam!”. Maurice sorride divertito: “No, no, ti conosco bene; tu saresti capace di convertire al cristianesimo i tuoi rapitori! Penso che ti rilascerebbero immediatamente non tenerti troppo a lungo con loro!”. Rido divertito e salgo sulla jeep con un uomo dell’esercito a destra e uno a sinistra, nelle mani due fucili carichi! Devo dire che mi ha fatto un po’ impressione. Per scendere dalla jeep il soldato mi chiede di tenere in mano il fucile… provo una strana sensazione di freddo e di morte, ma subito mi riprendo.Dopo mezz’ora in macchina inizia poi un percorso nei boschi per arrivare sulle rive del fiume Tana. Maurice mi mostra un piccolo generatore e una pompa; uno dei prigionieri che sta lavorando i campi fa partire il generatore a diesel e scoppiettando il vecchio motore si mette in moto, mentre un grande tubo che entra nel fiume inizia a pompare acqua per il campo vicino. Guardo ammirato. “Don Gigi, vorremmo costruire un sistema più grande e organizzato con l’aiuto di Fondazione Santina”. Mi mostra dove posizionerebbe la pompa, il generatore e il tubo dell’acqua. Maurice ha preparato anche un disegno che acclude alla richiesta del denaro.

Osservo con molta attenzione; il luogo è bellissimo e richiama per alcuni aspetti l’Amazzonia peruviana a Puerto Maldonado. Se vicino al fiume la natura è lussureggiante, pochi metri più in là la siccità rende aridi i campi della prigione… mi fermo un momento in silenzio e poi dico a Maurice: “Questo progetto è bellissimo e adesso che ho visto sono ancora più convinto. Ne avevamo già parlato in Italia in un nostro Consiglio di Amministrazione della Fondazione e i membri del CdA avevano dato un parere positivo. Ora, tornando con questi dettagli ben definiti del progetto per l’impianto di irrigazione – come il costo della pompa, del generatore e degli altri elementi – sono sicuro che lo potremo realizzare. Mi rendo conto che il progetto non è grande, ma nei tempi attuali è meglio dare qualche cosa di piccolo e significativo ma sicuro. Senti, io parto per la Colombia e rientro l’11 maggio: nella seconda metà di maggio ti mando i 273.000 scellini; tu poi inizia i lavori perché a ottobre voglio venire a inaugurare e con me ci sarà anche il vescovo George!”. Maurice è felice e mi stringe forte la mano dicendomi: “Vieni tu a dare la buona notizia ai prigionieri!”.Scortati dai militari ripercorriamo la mezz’ora di auto e torniamo al carcere. I giovani detenuti mi stanno aspettando. Sorridono, mi chiamano: “Jambo, Gigi!”, ridono seduti per terra con le loro divise a strisce bianche e nere. “Questa volta non ruberò al carcere un’altra casacca: sono qui per dirvi un’altra cosa, molto bella. Torno a ottobre, faremo una bella e grande festa e sapete perché? Perché inaugureremo il nuovo sistema di irrigazione che aspira l’acqua dal fiume! Sono così felice di questo bellissimo progetto, e voi?”. Scoppia un forte applauso, i ragazzi sono felici, i loro occhi pieni di vita e di miseria nel caldo afoso, un ragazzo prende la parola e mi chiede di portargli, al mio ritorno, una chitarra per il carcere. Sorrido e mi lascio sfuggire un “sì”! Tu che stai leggendo, proprio tu: ma stai pensando questa sia una finzione letteraria e non ti riguarda? Invece, no: perché non ci aiuti a regalare una chitarra al carcere? Al carcere di Acapulco abbiamo regalato uno specchio per la palestra e la ginnastica ritmica… la musica in un carcere potrebbe davvero fare tanto bene e guarire tante ferite nascoste!

Il direttore ci accompagna alla porta, un abbraccio cordiale. Promette che ci rivedremo presto e per fare una grande festa, una festa attorno a 160 giovani che – come dice papa Francesco – sono la carne di Gesù. Perché… ero in carcere e siete venuti a visitarmi! Allora il carcerato è Gesù! Se non riesco a vedere Dio in un carcerato, come potrò vederlo in un pezzo di pane? E… se non riesco a vederlo in un pezzo di pane consacrato, come posso riuscire a vederlo in un carcerato? La nostra scorta ci saluta, saliamo in macchina: dobbiamo tornare alla missione di Bura Tana ed è meglio non viaggiare di notte, da queste parti tanto pericolose!

Rientrando a Bura Tana con padre Julio, recito il rosario e prego per loro e per le piccole bambine che hanno subito le mutilazioni genitali.Il tempo scorre veloce qui, in Africa, e non ho alcuna voglia di rientrare in Italia; poi penso alla Colombia e il pensiero va al dormitorio per drogati che inaugurerò il prossimo 3 maggio: eh sì, il prossimo 3 maggio, la data in cui ho smesso di lavorare in Vaticano e ho iniziato a vivere una meravigliosa festa, quella della condivisione con i più poveri del mondo. E allora ogni anno festeggio! Il 3 maggio 2021 in Vietnam abbiamo festeggiato il primo anno inaugurando la rete elettrica al villaggio povero di Khe Gnao; quest’anno invece nella stessa data inaugureremo un dormitorio per tossicodipendenti a Bogotà.

PROTOCOLLO DI INTESA CON LA DIOCESI DI GARISSA ED IL CARCERE PER LA COSTRUZIONE DELL’IMPIANTO DI IRRIGAZIONE

Di seguito riportiamo la richiesta del direttore del carcere, controfirmata da Jimmy e Sister Josephine, perchè la somma viene trasferita e gestita dalla Diocesi di Garissa.

Bergamo, 18 luglio 2023
Decimo Anniversario di Associazione Amici di Santina ONLUS

Illustre Signore
Maurice Mbura
Officer in Charge
Garissa Prison
KENYA

In occasione del Viaggio di Solidarietà della nostra Fondazione Santina Onlus – svoltosi dal 27 febbraio al 15 marzo 2023 – è stata formulata al nostro Consiglio di Amministrazione la richiesta di Euro 2.300, per poter realizzare un impianto di irrigazione per i campi aridi del Carcere di Garissa. Siamo pertanto lieti di confermare che è stato approvato tale progetto dal Consiglio di Amministrazione riunito nella Sede di Roma della nostra Fondazione. Di seguito precisiamo le condizioni del nostro accordo:

  • La somma sarà inviata in una unica rata.
  • Le spese bancarie di esecuzione dei bonifici saranno, come nostra usanza e con accordo con la nostra banca OUR , a nostro carico.
  • L’unica rata sarà erogata sul conto corrente le cui coordinate bancarie sono state da voi indicate nella Diocesi di Garissa

name of the Bank: KENYA COMMERCIAL BANK
current account number: 1128130610 – BIC / SWIFT: KCBLKENX
Bank Code: 12 – Branch Name: GARISSA BRANCH
Beneficiary / Account Holder: CATHOLIC DIOCESE OF GARISSA
address of the beneficiary: P.O. BOX 7, GARISSA 70100 – KENYA

  • A fronte di tale nostra erogazione siamo a chiedere a voi di attenervi ad alcune regole che abbiamo stabilito per ogni intervento caritativo e di solidarietà:
    • A fronte dell’importo bonificato chiediamo accusa di ricevimento per mail dell’importo , includendo data di ricezione della somma;
    • Al termine dei lavori chiediamo di apporre targa della nostra Fondazione;
    • Si stabilirà insieme una data per l’inaugurazione, alla quale sarà presente una nostra piccola delegazione, guidata dal Presidente, ai fini di stabilire più profondi ed articolati rapporti di solidarietà;
    • Ogni fase del progetto sarà rigorosamente resa pubblica sul sito della nostra Fondazione, FONDAZIONE SANTINA.ORG, come avviene per tutti i progetti.

Perché tale nostro articolato progetto di spesa possa essere iniziato attendiamo da Lei:
Illustre Signore
Maurice Mbura
Officer in Charge
Garissa Prison
KENYA

Una risposta firmata alla presente lettera in tutte le sue pagine nella quale Lei afferma di accettare le quattro condizioni qui menzionate. Illustre Direttore, anche a nome dei Membri del Consiglio di Amministrazione, vogliamo esprimere gli auguri più sentiti di buon lavoro ed assicurare altresì il nostro ricordo nella preghiera.

MONS.LUIGI GINAMI
PRESIDENTE

DOTT. LUIGI PACINI
VICEPRESIDENTE E TESORIERE

SIG.RA FRANCAROSA SCORDO
SEGRETARIO

Dopo aver verificato il progetto il nostro tesoriere provvede ad inviare alla Diocesi di Garissa Euro 2327 in data 8 agosto 2023 ecco il bonifico effettuato dal Dottor Luigi Pacini. L’inaugurazione è prevista nell’ultima settimana di settembre alla presenza del Vescovo di Garissa in occasione del 58mo Viaggio di Solidarietà